L’accesso all’acqua sicura e la buona gestione degli ecosistemi d’acqua dolce sono essenziali per la salute umana, la sostenibilità ambientale e la prosperità economica di qualsiasi comunità. Recenti proiezioni mostrano che entro il 2050 una persona su quattro vivrà in un’area del mondo caratterizzata da scarsità d’acqua.
Le persone senza accesso a fonti d’acqua potabile o servizi igienici vivono prevalentemente nelle zone rurali, soprattutto in Asia centrale e meridionale, Asia Orientale e Sudorientale e Africa sub-sahariana.
La mancanza, e in molti casi la scarsa qualità dell’acqua, hanno pesanti conseguenze sulla salute della popolazione, aggravando gli effetti già devastanti di malnutrizione e malattie correlate. Oltre 800 bambini muoiono ogni giorno per malattie legate alla mancanza di igiene o alla scarsa qualità dell’acqua.
L’Africa settentrionale e l’Asia occidentale restano una sfida aperta.
Molti di questi territori presentano livelli di stress all’acqua* superiore al 60%, un importante indicatore per comprendere la forte probabilità di scarsità idrica.
La gestione efficace dell’acqua richiede la partecipazione di una vasta gamma di soggetti interessati, non ultime le comunità locali. Un’indagine delle Nazioni Unite nel 2016-2017 rivela che oltre l’80% di 74 paesi rispondenti aveva definito chiaramente procedure per impegnare gli utenti / comunità di servizi nella gestione idrica e sanitaria.
I nostri interventi si concentrano sull’accesso universale all’acqua, alla sanità di base e sul superamento di pratiche igienicamente non sicure, soprattutto nelle aree rurali più critiche dell’Asia e dell’Africa sub-sahariana. Attraverso un approccio sostenibile dell’acqua e delle fonti idriche possiamo migliorare la salute di bambini e bambine, produrre cibo migliore, creare lavoro e garantire lo sviluppo economico di una comunità.
(*) Lo stress idrico è una condizione, temporanea o prolungata, di assenza di acqua, solitamente carente a livello del terreno.