Migliorare le condizioni di vita e gli standard igienici della popolazione dei centri di detenzione migranti dell’area di Tripoli (Tarek al Sika, Tarek al Matar e Tajoura).
Acquisto e distribuzione di kit di emergenza per affrontare l’inverno e migliorare le condizione igienico sanitarie dei centri, con particolare attenzione a donne e bambini.
Assicurare il corretto funzionamento di condotte idriche per garantire un flusso costante di acqua potabile.
Miglioramenti visibili e immediati delle condizioni igienico sanitarie per i beneficiari dei centri e formazione di personale locali su tecniche di monitoraggio da remoto.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un intensificarsi dei flussi migratori. La maggioranza delle persone che per svariati motivi si trovano a spostarsi si muove all’interno del continente africano, ma sono molte le persone in fuga da violenze e conflitti che cercano di raggiungere l’Europa. A causa dell’instabilità politica che ha caratterizzato la Libia dopo la caduta del regime di Mu’ammar Gheddafi, il Paese è diventato un importante luogo di transito per migliaia di migranti diretti verso le coste europee, in particolare quelle italiane.
L’autorità libica riconosce la possibilità di presentare la richiesta di asilo soltanto a migranti provenienti da sette paesi al mondo, mentre per tutti gli altri, richiedenti asilo o migranti, manca una normativa chiara e per questo sono migliaia le persone che vengono rinchiuse nei centri di detenzione dislocati in tutto il Paese.
Dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) del novembre 2017 indicano la presenza di 34 centri operativi nel paese, 15 dei quali gestiti dall’autorità libica, e i restanti 19 gestiti da gruppi armati e milizie. Il numero di migranti ospitati nei centri varia continuamente, in linea con il variare delle stagioni s’intensificano o diminuiscono i flussi migratori dall’Africa e i tentativi di traversata dal Mediterraneo con i conseguenti recuperi effettuati dalla Guardia Costiera libica. Ad oggi, UNCHR conferma la presenza nel paese di 217.002 sfollati interni (IDPs) e 43.113 rifugiati e richiedenti asilo, il 90% dei quali ospitati nei centri.
Analisi sulla situazione all’interno dei centri, effettuate dal nostro partner locale, l’ONG STACO e confermati dall’IOM, mostrano la necessità di urgenti interventi di assistenza medico sanitaria, un rapido miglioramento delle condizioni igieniche e garanzie sull’apporto nutrizionale dei pasti forniti ai detenuti. Inoltre, le persone rinchiuse nei centri non possiedono alcun bene di prima necessità e la maggior parte di loro ha perso i propri beni e effetti personali nel corso del viaggio.
L’analisi demografica mostra una rilevante percentuale di donne e bambini presenti nei centri (rispettivamente il 23% e il 10%). Sono proprio queste categorie più vulnerabili a pagare il prezzo più alto di questa detenzione forzata.
Con il nostro intervento distribuiamo a tutti i detenuti dei tre centri interessati kit contenenti abbigliamento per affrontare l’inverno (es. giacche, scarpe, vestiti pesanti) e kit di emergenza con cuscini, lenzuola e coperte pretrattate con repellenti per acari e insetti. Verranno inoltre distribuiti kit speciali ai gruppi più vulnerabili (dignity kit – assorbenti, pannolini e prodotti di igiene personale). Grazie all’utilizzo di tecnologie innovative quali immagini e rilevamenti satellitari, possiamo monitorare, anche da remoto, l’effettiva distribuzione e consegna di questi materiali a chi ne ha bisogno.
Grazie al coinvolgimento di personale locale stiamo provvedendo ad identificare i punti di criticità e i bisogni urgenti delle strutture che portano l’acqua nei tre centri. In seguito a questa analisi effettueremo gli interventi necessari per garantire l’approvvigionamento di acqua potabile nei tre centri interessati dal nostro intervento.
Costi dell’azione
678.108 €
Beneficiari
2750 persone di cui:
Finanziatori
Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS)
Partner di progetto
Coordinatore progetto
Valeria Fabbroni
Referente area