Nuove tecnologie, social media, pagamenti da remoto e altri strumenti innovativi in supporto degli interventi umanitari, questi sono alcuni dei temi trattati da Helpcode giovedì 22 marzo, presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Genova.

Durante il corso del professor Mauro Spotorno, Coordinatore del Corso di laurea magistrale in Scienze Internazionali e della Cooperazione, sono intervenute Martina Venzo, Program Manager, referente progetti internazionali e Valeria Fabbroni, Humanitarian Program Manager, referente per i progetti in Libia e Tunisia, che hanno tenuto un seminario dal titolo: ‘Verso una migrazione sostenibile: l’uso di tecnologie innovative negli interventi umanitari di Helpcode in Libia’.

 

 

La cooperazione internazionale è salita in cattedra grazie alle parole di Martina che nel suo intervento agli studenti ha evidenziato l’evoluzione nelle modalità di intervento di Helpcode in contesti di crisi umanitarie. Infatti, negli ultimi anni si è passati da interventi tradizionali in ambito educativo, protezione dell’infanzia e di uguaglianza di genere a contesti caratterizzati da gravi crisi umanitarie (RD Congo, Iraq, Libia) che richiedono nuovi approcci e professionalità. Martina ha poi introdotto le nuove sfide di Helpcode, soprattutto con i progetti in Libia, finanziati dall’Agenzia Italiana alla Cooperazione allo Sviluppo AICS (rispettivamente di prima emergenza e di emergenza sanitaria).

“Il mondo è cambiato più velocemente della cooperazione”, spiega Valeria, parlando della necessità di servirsi delle nuove tecnologie per rendere più rapidi e  efficienti gli interventi umanitari, nei quali la tempistica è un fattore determinante. “Because winter is coming” è una frase ricorrente nel mondo degli aiuti umanitari, e sottolinea la necessità di intervenire prima che la situazione sia troppo difficile.

Sono ormai tanti gli strumenti tecnologici a disposizione, sempre “in supporto al lavoro umano, ma non in sostituzione”, ci tiene a sottolineare Valeria. Droni e satelliti per ottenere precise mappature, rilievi fotografici e supportare il lavoro di monitoraggio a distanza data la pericolosità dell’accesso per gli operatori umanitari. Applicazioni come Gina Report per produrre relazioni a distanza si affiancano ad un sempre maggiore utilizzo dei social media per velocizzare lo scambio di informazioni e migliorare l’efficacia della logistica e delle operazioni d’aiuto. Infine, blockchain e pagamenti in remoto per trasferire contanti e sopperire alle difficoltà date dal collasso del sistema bancario e il relativo incremento del mercato nero.

 

 

Helpcode sta utilizzando queste tecnologie innovative per affrontare con efficienza e sicurezza le sfide che determinati contesti, come quello libico, richiedono nell’intervento umanitario, e rispondere inoltre a nuovi bisogni primari come la necessità di essere sempre connessi per migliorare la trasparenza e la tracciabilità delle operazioni a distanza.

L’utilizzo di questi strumenti non incide negativamente sulla sicurezza o la privacy delle persone. Ad esempio, le immagini satellitari hanno una risoluzione a 30cm, che non permette di identificare i volti delle persone. Tutto ciò per rispettare uno dei principi chiave della cooperazione in ambito di emergenza umanitaria: “do not harm”, ovvero non nuocere alla popolazione beneficiaria.

Come per qualsiasi tipo di strumento, la tecnologia non è di per sé ”buona” o “cattiva”, ma buono o cattivo è l’uso che se ne fa. Utilizzando questi strumenti in modo consapevole ed in supporto al lavoro umano si possono ottenere risultati notevoli, che possono portare cambiamenti nel settore umanitario. Basti pensare all’utilizzo di sistemi di tracciabilità dei movimenti delle persone, che possono aiutare in caso di rischio rapimenti o disastri naturali.

Emerge quindi, oltre alla necessità di stare al passo coi tempi, l’esigenza di coinvolgere operatori che conoscano e facciano un buon uso dei nuovi strumenti tecnologici. In questo senso Helpcode, avendo in essere una convenzione con l’Università di Genova per ospitare tirocini formativi ed essendo sua partner in alcuni progetti educativi, si pone come ponte tra il mondo accademico e quello del lavoro nei confronti di chi abbia interesse ad avvicinarsi all’ambito della cooperazione internazionale e approfondire l’uso di queste tecnologie nel settore umanitario.