In queste giornate estive il calcio sembra essere il tema del momento. Il mondiale, seppur senza la presenza dell’Italia, occupa le prime pagine dei giornali e come sempre ipnotizza milioni di persone di fronte allo schermo.
Il calcio è una di quelle passioni senza confini. Passioni, emozioni e partecipazione, a tutte le età, dai più piccoli che rincorrono un pallone immaginando di essere in un grande stadio o anziani che vestono i panni di navigati allenatori sfornando critiche e consigli ai giocatori impegnati in campo.
Anche nei paesi dove lavoriamo, il calcio è protagonista. Solo qualche giorno fa abbiamo organizzato una simbolica partita di calcio all’interno di uno dei campi detenzione migranti in Libia.
In Repubblica Democratica del Congo il calcio è lo strumento per uscire dalla realtà, per sognare. Stefano, il nostro responsabile in RD Congo ci racconta che i ragazzi che incontra, dopo averti chiesto il nome, la loro curiosità si sposta sul calcio e molti ti chiedono: “per che squadra tifi: Real Madrid o Barcellona?”. In RD Congo sembrano esistere solo due squadre al mondo.
Numerosi bus di linea sono tappezzati di enormi scritte per incitare Real Madrid e Barcellona e non mancano gadget e porta fortuna appesi ovunque. Sempre Stefano ci racconta che qualche settima fa gli studenti dell’Università dell’ISDR (Institut Superieur de Developpement Rural) di Bukavu – dove siamo presenti con il centro Ek’abana – hanno fatto una colletta, una sorta di raccolta fondi da inviare al Real Madrid. Sorprende vedere che nonostante molti facciano fatica a pagare le tasse scolastiche, sono disposti a fare follie per l’amato club di calcio distante migliaia di chilometri dalla loro realtà quotidiana.
Durante questi mondiali il tifo era tutto per Senegal, Nigeria, Belgio e Francia per via della presenza di parecchi giocatori di origine congolese. In questi giorni i bar sono gremiti, con molte persone letteralmente appese alle finestre per captare qualche immagine. Per poter seguire la partita comodamente seduti ad un tavolo è obbligatoria la consumazione e non tutti se lo possono permettere, ma la voglia di seguire i loro beniamini è troppo forte.
All’interno dell’’ISDR, c’è un piccolo campetto da calcio in terra battuta, nel quale si ritrovano bambini di tutte le età per giocare. Anche Stefano quando ha qualche ora liberà si reca al campetto, portando con se un pallone, un vero pallone. Potete immaginare la felicità negli occhi dei piccoli campioni, abituati a calciare una palla fatta di stracci e pezze.
Il campetto, come spesso accade anche nelle nostre città, diventa un vero e proprio centro di aggregazione, un luogo sicuro dove passare qualche ora in serenità e spensieratezza. Stefano e gli altri collaboratori del centro Ek’Abana organizzato spesso partite con altre realtà locali, e stanno cercando di mettere insieme una piccola squadra.
Lo scorso marzo una squadra locale, l’A.C Rangers/Bagira, ha invitato Stefano e altri membri del team agli allenamenti della squadra. Sono un gruppo di giovani ragazzi motivati, dai 16 ai 20 anni, e partecipano ad un campionato provinciale. Il loro campo è immerso nelle colline, è aperto a tutti e infatti viene utilizzato da grandi e piccini. Hanno squadre con diversi target di età e durante il weekend tutte le squadre giocano e si allenano. La partecipazione è altissima ed è incredibile vedere il numero di ragazzi al nostro arrivo al campo.
Le colline attorno al campo hanno un terreno molto erosivo. Insieme all’amministrazione della squadra locale abbiamo avviato un progetto per piantare nuovi alberi per limitare la veloce erosione delle colline, al fine di evitare che questo importante luogo di aggregazione venga reso inagibile dalle frane. Questi ragazzi non possono perdere questo spazio!
Siamo certi che molti dei nostri amici congolesi domenica saranno incollati davanti agli schermi per sostenere la Francia nella finale dei mondiali. Noi, in ogni caso, tifiamo per loro!
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