Elisa Verde è la rappresentante di Helpcode in Repubblica Democratica del Congo. Attraverso questa intervista, ti facciamo raccontare direttamente da lei qualcosa in più sul nostro programma di sostegno a distanza nel Paese nel quale Elisa vive e lavora.
Elisa, quanti sono i bambini sostenuti a distanza da Helpcode e come funziona il programma?
In questo momento i bambini e le bambine che hanno un sostenitore a distanza in Italia sono circa 500. I casi più vulnerabili ci vengono proposti dagli educatori di Ek’abana, il centro con il quale collaboriamo qui a Bukavu. Gli educatori lavorano sul territorio, visitano periodicamente le famiglie per elaborare la strategia di aiuto, che è diversa da caso a caso. Riceviamo report settimanali che vengono condivisi con il resto dello staff in incontri plenari nei quali vengono discussi i casi più critici.
In cosa consiste il sostegno?
Per ogni bambino sostenuto a distanza, Helpcode provvede al pagamento delle tasse scolastiche che qui si pagano ogni trimestre. Questa è l’unica attività che è uguale per tutti i bambini. L’acquisto della divisa scolastica, delle scarpe, dei quaderni e delle penne, il sostegno economico alla famiglia vengono garantiti sulla base delle effettive necessità che gli operatori conoscono e sono in grado di valutare costantemente grazie al loro lavoro sul terreno e alle visite periodiche alle quali ho preso parte anche io.
Una peculiarità dell’intervento in Repubblica Democratica del Congo riguarda la durata del sostegno…
Sì esatto, il sostegno a distanza in Repubblica Democratica del Congo si conclude con la fine della scuola primaria per garantire a un maggior numero di bambini e bambine l’accesso alla scuola. Mi fa piacere parlarne qui e spiegare le motivazioni di questa scelta che potrebbe non piacere ad alcuni sostenitori ma che qui a Bukavu si è rivelata fondamentale perché ci consente di garantire un’istruzione di base a un maggior numero di bambini. In famiglia, infatti, parlano lo swhaili ed è proprio durante la scuola elementare che imparano il francese, la lingua ufficiale del Paese. Garantire la scuola primaria a un numero maggiore di bambini permette loro di imparare a leggere e scrivere, dando a tutti una base di partenza minima e degli strumenti necessari per la vita. La scuola secondaria viene poi garantita attraverso il supporto economico alle famiglie più bisognose che vengono chiamate a farsene carico in parte anche con l’aiuto di parenti o con il nostro sostegno per l’attivazione di piccole attività produttive.
Raccontaci qualcosa delle visite alle famiglie a cui hai preso parte…
Le mie ultime due visite sono stata con i rispettivi educatori a Ciriri e a Panzi, due distretti della città di Bukavu. Si tratta di due villaggi non lontani tra loro in linea d’aria, entrambi in contesto rurale, collinare. Qui ho incontrato alcune delle famiglie i cui bambini sono stati inseriti nel nostro programma di sostegno a distanza: un bambino o una bambina per ogni famiglia per portare aiuto a più nuclei, collaborando in maniera proattiva allo scopo di rendere ogni famiglia auto-sufficiente. Nel corso di questa mia visita abbiamo portato loro una gallina, un coniglio e, cosa che mi ha sorpreso molto, un porcellino d’India. Io non lo sapevo ma con un piccolo allevamento di questi animaletti si riesce a garantire un’entrata stabile e una buona fonte proteica alla famiglia.