“Uguaglianza di genere significa avere il diritto di essere diversi e non subire pressioni per essere uguali agli altri”.
“Uguaglianza di genere significa dare per esempio la possibilità a bambine e bambini di giocare con qualsiasi giocattolo, senza togliere le automobili alle bambine e le bambole ai bambini”.
Tra le altre, queste riflessioni ci hanno colpito per la loro forza e schiettezza, soprattutto perché a dirle sono state tre bambine di 10 e 11 anni.
Arya, Camilla e Beatrice frequentano la Deledda International School di Genova e durante l’anno scolastico hanno affrontato il tema della Gender Equality all’interno di un approfondimento sui Global Goals, gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda ONU 2030.
Le bambine hanno scelto di concentrarsi su questa tematica perché non concepiscono le ingiustizie. “A noi non piace che maschi e femmine non possano avere gli stessi diritti e fare le stesse cose”, ha specificato Camilla.
Così, hanno deciso di intervistare Roberta Pellizzoli, Gender Expert e Responsabile Mozambico Helpcode, per approfondire il tema.
Alle ragazze si è aperto un mondo: “Ci ha colpito scoprire che in una classe si possono trovare fino ad 80 bambini e che le ragazze in Mozambico si devono sposare anche a soli 11 anni perché le famiglie sono povere. Per questo spesso non frequentano la scuola”.
Per supportare i nostri progetti con cui promuoviamo uguali opportunità per bambine e bambini, le ragazze hanno deciso di organizzare una piccola raccolta fondi attraverso la vendita di borse e tessuti forniti da noi e provenienti da artigianato mozambicano.
Arya racconta di aver deciso di fare qualcosa quando ha scoperto il lavoro che svolgiamo nel creare strutture che permettono alle donne e alle ragazze di prendere decisioni informate e autonome su se stesse e partecipare attivamente alla vita economica, politica e pubblica.
“Abbiamo ideato la raccolta fondi perché volevamo rendere noto tra i bambini della nostra scuola, ma anche tra gli adulti, come viene vissuta la disuguaglianza di genere in diverse parti del mondo.
Anche io che vivo in Italia, a volte mi sono ritrovata a prendere le difese di alcune mie amiche, perché spesso noi ragazze veniamo accusate di non essere forti… almeno, non quanto i ragazzi”, ci ha confidato.
Grazie a Camilla, Arya e Beatrice, per il loro grande impegno che costituisce un tassello in più nel lungo percorso che stiamo compiendo insieme, per trasformare il mondo in un posto più giusto per tutti.