Kanchi è una donna di cinquant’anni. Cammina veloce sulla riva del fiume HandikHola e quando scorge la nostra presenza, ci sorride e ci saluta. Kanchi vive nell’insediamento temporaneo allestito vicino al fiume insieme ad altre 120 famiglie sfollate dopo l’inondazione dello scorso anno che ha spazzato via il loro villaggio. Il governo ha promesso un terreno dove potersi sistemare, ma i tempi si allungano e al momento non hanno terra da coltivare, né acqua potabile da bere e servizi sanitari.
Kanchi stava allevando con fatica un gruppo di caprette per sostenere lei e la sua famiglia di 5 figli ma qualche giorno fa le ha ritrovate morte, probabilmente uccise dagli animali selvatici che vivono nella foresta.
Kanchi appartiene ai Bunkariya (BUN=FORESTA, KARIYA = fiume), un gruppo etnico conosciuto come ‘il popolo della foresta’ in quanto vivono isolati all’interno dei boschi a monte del fiume Handikhola e, fino a pochi decenni fa si rifugiavano all’interno di grotte e caverne. La foresta è un’importante fonte di sostentamento per la popolazione indigena che pratica la caccia, la pesca nel fiume, il baratto e l’agricoltura di sussistenza per integrare il fabbisogno di carboidrati e proteine. Raccolgono regolarmente tuberi selvatici, frutti e verdure. Per ottenere grano, ferro, stoffa e gioielli, vendono altri prodotti della natura agli agricoltori locali. Negli ultimi anni, con l’aumento della popolazione, la mancanza di terre coltivabili e poche opzioni di irrigazione, si sta aggravando la malnutrizione tra i Chepang e Bunkariya, un problema cronico nonostante i prodotti della foresta. Il Chepang è stato spesso definito il più povero dei poveri del Nepal.
La legge nepalese e le Nazioni Unite (National Foundation for the Development of Indigenous Nationalities (NFDIN) Act of 2002 and 2012 UN RCHCO Survey) riconoscono i Bunkariya (insieme ai Chepang e ai Bhujelare) tra i gruppi indigeni più svantaggiati del Paese e sono considerati “altamente emarginati” sulla base di indicatori socio-economici, come la dimensione della popolazione, il tasso di alfabetizzazione, l’alloggio, la proprietà terriera, l’occupazione e l’accesso all’istruzione. Sono inoltre più vulnerabili alle discriminazioni e alla violenza, alla mancanza di opportunità educative, all’isolamento e tramandano valori con pratiche dannose quali: matrimonio infantile, violenza domestica e di genere e Chhaupadi (esclusione sociale durante le mestruazioni).
Secondo il censimento del 2011, i Bunkariya rappresentano circa il 10% della popolazione totale del villaggio di Handikhola nel distretto di Makwanpur.
Ci uniamo a Kanchi nel suo cammino e insieme ripercorriamo il torrente per visitare la scuola Shri Chepang Primary School, riaperta da poco grazie agli interventi di Helpcode. Nel 2017 infatti, il Nepal è stato colpito dalle peggiori inondazioni dell’ultimo decennio che ha coinvolto oltre 1.700.000 persone, lasciando 460.000 persone senza casa, danneggiando o distruggendo 1.460 scuole. L’area di Handikhola nel distretto di Mahwanpur, dove Helpcode sta implementando attività di educazione e sostentamento con partner locali (Helpcode Nepal) è stata completamente distrutta e le persone vivono ancora in rifugi temporanei.
L’intervento, realizzato grazie al contributo della Fondazione Herrod, ha ripristinato le aule e la struttura scolastica, realizzato nuovi bagni separati tra maschi e femmine, allacciato la scuola al sistema idrico locale e sostenuto con uniformi e materiale scolastico oltre 200 alunne e alunni della scuola primaria.
‘Abbiamo insegnato ai bambini a lavarsi le mani e usare il sapone, un gesto importante per migliorare la loro salute. Ora sanno che c’è un bagno funzionante e lo usano correttamente, molti di loro non erano abituati perché a casa non ce l’hanno’ – dice una delle 4 insegnanti (Guarda Il post terremoto in Nepal)
La scuola è una delle poche strutture nelle zone rurali di Makwanpur e i bambini devono percorrere molta strada per raggiungere le loro scuole. In tanti iniziano la scuola ma la maggior parte di loro la interrompe dopo pochi anni a causa di motivi economici. Non ci sono abbastanza scuole superiori nei villaggi remoti del distretti e la maggior parte delle famiglie non può permettersi di mandare i propri figli a studiare in città. Un altro problema molto diffuso è la condizione delle giovani donne: un numero considerevole di ragazze che raggiungono la pubertà abbandonano la scuola a causa di barriere sociali, economiche e culturali.
Negli ultimi anni Helpcode ha introdotto incentivi economici (programma di sponsorizzazione con componenti di sussistenza) rivolti ai bambini in età scolare provenienti da gruppi emarginati che vivono in aree remote e difficili da raggiungere, che si rivelano strumenti efficaci e replicabili per il mantenimento bambini a scuola e una migliore qualità dell’apprendimento. Helpcode sta sviluppando tale approccio a tre livelli (individuale, comunitario, distrettuale) per coinvolgere i vari stakeholders a promuovere la protezione dell’infanzia, l’educazione inclusiva e l’uguaglianza di genere.