8.000 morti, 20.000 feriti, 500.000 abitazioni distrutte e 260.000 danneggiate, 5.000 scuole rase al suolo. Questo il triste bilancio del terremoto in Nepal dell’aprile 2015.

 

 

Fulvia Clerici Responsabile Paese in Nepal per Helpcode ci racconta, a tre anni dal sisma, com’è in la situazione oggi.

Il processo di ricostruzione sta procedendo a rilento, soprattutto nelle zone rurali. Il governo nepalese ha istituito la National Reconstruction Authority per la ricostruzione delle scuole, delle infrastrutture pubbliche e per la distribuzione dei rimborsi. L’ Authority si trova ora a corto di fondi e le attività sono rallentate da complesse pratiche amministrative. Inoltre il Primo Ministro ha il completo controllo sui fondi senza però l’obbligo di garantire una reale trasparenza sul loro utilizzo.

Prima del terremoto non vi erano dati sul numero delle abitazioni presenti ed è servito un intero anno solo per contare il numero di persone che hanno perso la casa. Dopo il primo anno dedicato alla mappatura è iniziata la classificazione dei danni alle abitazioni, al fine di fissare i criteri di rimborso.

Alcuni villaggi distrutti dal terremoto che si trovavano in aree geomorfologicamente molto pericolose sono stati spostati per evitare di ricostruire su terreni a rischio smottamento. Il Nepal si trova in un’area del pianeta che sta subendo pesantemente gli effetti del cambiamento climatico . Solitamente, aprile e maggio sono mesi soleggiati, con scarse precipitazioni; quest’anno invece ha piovuto tutti i giorni, come se fossimo già in piena stagione monsonica.

Un intervento positivo è stato l’introduzione del Building Code, il quale prevede che le costruzioni a più di tre piani debbano rispettare criteri antisismici. Questo vale soprattutto per le scuole. Prima non esisteva niente di tutto questo.

I danni maggiori si registrano nelle aree rurali, difficilmente raggiungibili perché si trovano su terreni impervi e non sono collegate con alcuna rete stradale. A Gorkha, Dolakha e Sindhulpalchok, alcuni dei distretti più colpiti, sono senza strade. Gli aiuti sono stati portati in elicottero o utilizzando i portatori. La popolazione si è dovuta arrangiare e in queste aree il ruolo delle ONG è stato fondamentale.

 

 

Quali sono le principali attività che Helpcode sta portando avanti oggi?

Attualmente stiamo lavorando allo sviluppo di programmi educativi, con peculiarità specifiche legate alle esigenze della zona e della comunità in cui operiamo.

In Nepal ci siamo focalizzati su interventi specifici nelle scuole con una particolare attenzione alle questioni di genere. Ci concentriamo su bambine e ragazze per prevenire il matrimonio infantile e arginare questo fenomeno. Stiamo lavorando con una comunità particolarmente emarginata e isolata, quella dei Chepang.

 

 

La mancanza di collegamenti impedisce ogni forma di scambio e di confronto e qui la situazione per le bambine e le ragazze è davvero difficile. Il nostro compito è quello di cercare di “tenere” le bambine a scuola fornendo borse di studio o materiale scolastico, e costruendo servizi igienici adeguati, separati da quelli dei maschi, con acqua  potabile.

Sono moltissime le adolescenti che abbandonano la scuola ai primi segni di pubertà. Sembra una banalità, ma diventa un vero problema quando non ci sono servizi igienici adeguati e manca l’acqua.

Forniamo inoltre supporto alle famiglie con difficoltà economiche attraverso il meccanismo del cash and voucher. Interveniamo laddove si registrano casi di malnutrizione infantile con programmi all’interno della scuola. Vengono fatte formazioni su una corretta dieta per tutta la famiglia, sottolineando l’importanza di un’alimentazione corretta per bambini e donne. In altri casi, viene dato un sostegno tangibile concreto, materiale educativo o acquistando determinati prodotti, laddove il cibo scarseggia.

Sono molte le famiglie nella quali, a causa di impegni lavorativi, nessuno ha il tempo di badare ai figli. Offriamo ai bambini più piccoli la possibilità di frequentare dei centri prescolari, per permettere alle  bambine più grandi di continuare la scuola e non dover rinunciare per occuparsi dei fratelli e sorelle minori.

Forniamo un sostegno a donne senza marito che hanno maggiori difficoltà nel portare avanti la loro piccola attività economica.

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Qual è la strategia di sviluppo nei progetti di Helpcode?

Nel biennio 2018/19 stiamo sviluppando un expertise in WASH (Water, Sanitation and Hygiene, ossia accesso all’acqua, servizi igienici e corrette pratiche igieniche) e nella prevenzione del fenomeno dei matrimoni precoci,  essendo queste le principali cause di abbandono scolastico, soprattutto per le bambine. Vogliamo dedicare un’attenzione particolare alla malnutrizione infantile, concentrandoci su strategie che portino ad una  risoluzione del fenomeno. Un problema prima di tutto culturale, infatti accade spesso che il capo famiglia mangia per primo e spesso non lascia niente ai figli.

 

 

Il matrimonio precoce, oltre ad essere un’ingiustizia e causa di abbandono scolastico, genera molte altre piaghe sociali. Vi sono casi di bambine sposate a sei anni che si ritrovano vedove dopo qualche anno. Una condizione  ostracizzata nella credenza indù come qualcosa di molto negativo. Una sorta di condanna per colpe commesse  nelle vite precedenti.

Nel Sud del Nepal a Chitawan, uno dei distretti dove lavoriamo, sono purtroppo molti i casi di bambine piccolissime già vedove. Il problema è di tale portata che qualcuno ha proposto di tornare al rito del sati, quando la vedova veniva bruciata sulla pira del marito perché non rischi di restare sola. Ogni commento è inutile.