In Yemen è in corso la più grave crisi umanitaria mondiale. Secondo i dati dell’UNICEF, 24 milioni di persone, l’80% della popolazione del paese, hanno bisogno di assistenza umanitaria. Oltre 3,5 milioni di yemeniti (dati UNHCR) sono stati costretti ad abbandonare le loro case e a vivere in campi profughi senza alcun servizio fondamentale.

 

La guerra civile scoppiata nel 2015, e ancora in corso, è la causa principale che ha provocato la pesante situazione in cui versa lo Yemen, ma non l’unica. Ad essa si sono affiancate calamità naturali, emergenze sanitarie e un collasso economico che hanno precipitato il paese nel baratro.

 

La guerra in Yemen

La guerra civile dello Yemen è un conflitto recente, ma che affonda le cause nella breve e travagliata storia di questo stato.

 

La nascita dello Yemen moderno

Seppur area di antichissima civilizzazione, lo Yemen odierno è nato solo nel 1990 dall’unione tra la Repubblica Araba dello Yemen, che comprendeva il Nord del paese, e la Repubblica Democratica Popolare dello Yemen, l’area meridionale guidata da un regime marxista.

Il nuovo stato era molto fragile fin da subito, minato alla base da spinte indipendentiste su base etnica e territoriale. A provare a tenere insieme questa forze eterogenee fu Ali Abdullah Saleh, presidente dal 1990 al 2012 dello Yemen unito, e già guida autoritaria dello Yemen del Nord per oltre 20 anni.

 

Veduta di Sana'a, la capitale dello Yemen

Veduta di Sana’a, la capitale dello Yemen, nel 2010

 

La “Primavera araba” e la fine del regime di Saleh

La fine del regime di Saleh coincide con la “Primavera araba” dello Yemen. Tra il 2011-2012 forti manifestazioni popolari chiesero a gran voce un nuovo governo in grado di migliorare la situazione economica e sociale del paese. A guidare le proteste erano gli Houthi, un gruppo proveniente dal Nord del paese di confessione sciita zaydita, una setta molto particolare dello sciismo di cui fa parte circa il 35% della popolazione musulmana yemenita.

 

La “Primavera araba” dello Yemen riuscì a ottenere le dimissioni di Saleh, a cui subentrò Abed Rabbo Mansour Hadi, vicepresidente di Saleh. Hadi non riuscì però a placare i conflitti e a risanare i problemi del paese: la crisi economica, gli alti livelli di disoccupazione e la corruzione diffusa negli apparati istituzionali. Gli Houthi decisero così di portare a compimento le loro rivendicazioni con un’offensiva militare che li portò a conquistare la capitale Sana’a nel 2014, forti del consenso popolare. Hadi e i suoi furono costretti a rifugiarsi nella città di Aden.

 

La guerra civile in Yemen

La conquista di Sana’a da parte degli Houthi si può considerare come l’inizio della guerra civile che vede contrapposte, da una parte, le forze pro-governative fedeli ad Hadi, in controllo di Aden e di una parte meridionale del paese, e dall’altra gli Houthi, che governano l’area nord-occidentale. A complicare lo scenario del conflitto yemenita s’inserisce una forte presenza di Al Qaieda in alcune aree del Sud, oltre a movimenti separatisti su base locale.

 

 

La crisi umanitaria dello Yemen

La guerra civile ha lasciato il suo carico più grande sulle spalle della popolazione yemenita. Nonostante la gravità della situazione, la risposta umanitaria in Yemen è gravemente a corto di finanziamenti, come denunciato da diverse agenzie dell’ONU e ONG. Milioni di vita umane sono a rischio e così il futuro dei bambini e delle bambine.

 

Yemen: la crisi economica

Lo Yemen si trova in una posizione strategica: all’estremità meridionale della penisola arabica, controlla la sponda orientale dello stretto che collega il Mar Rosso con il Golfo di Aden, una via commerciale fondamentale soprattutto per il petrolio. Lo Yemen stesso ha giacimenti di petrolio, seppur pochi rispetto agli altri paesi del Golfo, ed è ricco di gas naturale e giacimenti di minerali, ancora poco sfruttati.

 

 

Lo Yemen rimane però profondamente povero, il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite prevede che se il conflitto continuerà ancora fino al 2022, il paese potrebbe divenire il più povero al mondo. Ma già prima della guerra lo sviluppo economico yemenita era debole; le cause: una corruzione dilagante, alti tassi di disoccupazione e un sistema istituzionale incapace di guidare il paese verso la crescita.
La guerra civile ha fatto crollare questo sistema fragile, stremato ancor più da un blocco navale ai porti yemeniti imposto dall’Arabia Saudita e che impedisce il transito delle merci, compresi cibo e medicinali.

 

Yemen: la crisi sanitaria

La guerra ha peggiorato le condizioni sanitarie dello Yemen, già pessime, e ha messo fuori uso alcune delle principali infrastrutture del paese.

Moltissimi ospedali non sono più operativi perché obiettivi di bombardamenti, sulla traiettoria dei combattimenti terresti o abbandonati dalla popolazione in fuga. Quando funzionano, mancano di tutto: medici e personale sanitario, medicinali e standard minimi di sicurezza.

Tra i danni provocati dalla guerra e la mancanza di manutenzione, il sistema fognario nazionale è distrutto: le acque reflue di scarico hanno contaminato l’acqua potabile causando una gravissima epidemia di colera, una delle peggiori della storia mondiale recente.

La pandemia di COVID-19 ha inferto un ulteriore gravissimo colpo al sistema sanitario e a una popolazione devastata da anni di guerra, fame e malattie.

La crisi potrebbe trasformarsi in una vera catastrofe.   

 

Yemen: la crisi umanitaria

Lo Yemen ha una popolazione di circa 28,5 milioni di abitanti. 24 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria, secondo l’Unicef. Basterebbe questo dato per dare le dimensioni dell’immane crisi che si trovano a vivere gli yemeniti. Ma tra i più giovani, se possibile, i numeri si fanno ancora più devastanti. 12,4 milioni di bambini necessitano di assistenza e un numero altissimo è a rischio malnutrizione. La FAO, l’UNICEF, il PAM (Programma Alimentare Mondiale) e l’OMS hanno lanciato l’allarme : “Si prevede che nel 2021 quasi 2,3 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni soffriranno di malnutrizione acuta nello Yemen […] 400.000 di questi bambini presenteranno una forma grave di malnutrizione acuta che, se non trattata con urgenza, potrà causarne la morte.”

 

Anni di guerra, difficoltà di accesso agli aiuti umanitari, le recenti inondazioni e l’invasione di locuste che hanno distrutto i pochi raccolti rimasti, hanno portato lo Yemen sull’orlo di una delle peggiori carestie degli ultimi 100 anni. Il WFP (World Food Program) stima che 16 milioni di yemeniti rischiano di soffrire la fame e che almeno 5 milioni saranno in grave sofferenza se non si interviene a breve.

 

L’intervento di Helpcode

La crisi yemenita mette a rischio il presente e il futuro di troppi bambini e troppe bambine. Nonostante le enormi difficoltà e i pericoli che ci sono a operare nel paese, Helpcode vuole portare un aiuto ai giovani, vittime della guerra civile dello Yemen. Il primo obiettivo è riuscire a creare un centro di accoglienza per le bambine e i bambini orfani di Sana’a, o che vivono per le strade della capitale, in collaborazione con l’organizzazione locale Yemen Peace School.

 

Bambini yemeniti in cerchio

Bambini in un orfanotrofio di Sana’a

Parallelamente, vogliamo monitorare lo stato delle infrastrutture pubbliche, con un’attenzione particolare alle scuole e agli ospedali, per mappare gli edifici che richiedono un più immediato intervento. Ciò sarà possibile grazie a un metodo di analisi satellitare elaborato in partenariato con l’ESA (l’Agenzia Spaziale Europea) e la collaborazione con SISTEMA.

 

Proteggere le bambine e i bambini dello Yemen, così come lo loro famiglie e le loro comunità, è fondamentale. Sono i più piccoli le prime vittime di questa enorme crisi e soltanto garantendo il loro benessere, la loro educazione e i loro diritti, potrà esserci un futuro migliore per l’intero Yemen.

 

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