Non è facile difendersi da chi agisce nell’ombra e si finge amico, per poi rivelarsi una minaccia per noi stessi e per le tante informazioni che condividiamo online. Ed è proprio in questo modo che agiscono i criminali del web, un mondo tanto affascinante e ricco di possibilità quanto oscuro e insicuro, soprattutto quando a navigare nei suoi mari sono i più piccoli.
Ma c’è un modo per difendersi da questi attacchi e agire nel completo rispetto e nella totale legalità, denunciando un problema che con il passare degli anni sta diventando una vera e propria piaga del mondo digitale, il cyberbullismo. Diventare guerrieri informatici! Come? Attraverso i corsi proposti da Zanshin Tech, la prima arte marziale digitale mai creata, che fonde gli insegnamenti tradizionali delle arti marziali orientali (non violenza, rispetto dell’altro, serena concentrazione, disciplina) con conoscenze tecnologiche tratte dal mondo della cyber security.
La prima scuola Zanshin Tech è nata a Genova nel 2014 e le sue lezioni sono rivolte ad adulti e bambini dagli 11 anni in su. Il suo nome deriva da Zanshin, una parola giapponese che indica lo stato di vigilanza controllata e serena da adottare prima, durante e dopo un’aggressione, uno stato in cui si è coscienti di tutto ciò che ci circonda, senza cedere alla paura, all’ira o ad altri sentimenti.
«I nostri corsi si basano sulla difesa da cyberbullismo, adescamento online e altre aggressioni digitali come cyberstalking e sexting, tutti fenomeni che negli ultimi anni, soprattutto con il lockdown, si sono diffusi a macchia d’olio – spiega Claudio Canavese caposcuola di Zanshin Tech – La “palestra” in cui si tengono le lezioni è il Dojo, luogo attrezzato con computer, tavoli e sedie, dove si analizzano alcuni casi di aggressione online realmente accaduti e si imparano le tecniche di attacco utilizzate dall’aggressore, che per l’esattezza sono 15, sempre uguali e replicate. In questo modo, insegniamo agli allievi a imparare e riconoscere i meccanismi interni del cyberbullismo».
I corsi si tengono nella sede principale di Genova (in Corso Aurelio Saffi), ma anche in diverse città d’Italia, come Roma, Milano, Modena e Grezzana (Verona). Le lezioni si sviluppano con cadenza settimanale e sono composte da massimo 25 persone, generalmente divise per fascia d’età. Chi pratica Zanshin Tech viene definito “guerriero digitale” e il suo livello è espresso da un bracciale colorato.
Importantissime sono le cinque Regole del Dojo, la prima e più importante delle quali è “non usare ciò che si impara per fare del male”. «Come in ogni arte marziale la pratica inizia e finisce con il saluto, un elemento di rispetto che raccoglie in sé tutto lo spirito dell’insegnamento – continua Claudio Canavese – dopodiché il corso può entrare nel vivo, sempre nel totale rispetto delle Regole del Dojo: non attaccare, ovvero non utilizzare mai ciò che si impara nel corso per attaccare, rispettare se stessi, i maestri, i compagni e persino gli aggressori; ciò che si dice nel dojo resta nel dojo; tre lati, una fortezza, che significa lavorare sempre in gruppo; e, infine, si lascia il dojo come lo si è trovato: al termine di una lezione (o di una aggressione) riportiamo l’armonia fuori e dentro noi stessi».
Durante le lezioni, gli allievi non acquisiscono soltanto nozioni tecniche, come per esempio tracciare una mail, scoprire chi si cela dietro a un falso profilo o rintracciare un numero di telefono, ma imparano anche la corretta gestione del panico, dell’ansia e delle emozioni in generale, come funziona per le più classiche arti marziali.
«La gestione di sé e delle proprie emozioni è fondamentale – conclude Canavese – permette di non abbandonarsi al timore e non farsi prendere dal panico, oltre a influire sulle tecniche dell’aggressore, che spesso si sente minacciato, smascherato e scoraggiato a proseguire. Essenziale per noi maestri anche insegnare agli allievi a non farsi giustizia da soli: se una volta smascherato il reato e l’aggressore si vuole denunciare l’accaduto, è sempre necessario procedere per vie legali e quindi rivolgersi alla polizia postale».
Anche Helpcode è molto attenta alla sicurezza dei bambini e delle bambine durante la navigazione online, tema al quale ha dedicato in passato diversi approfondimenti e iniziative. Insieme al team di Zanshin Tech stiamo collaborando per future progettazioni riguardanti le attività legate alla lotta al cyberbullismo e alle altre aggressioni digitali.
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