Lunedì 29 gennaio a Recco, si è tenuta la consegna dei diplomi ai ragazzi che hanno partecipato al progetto ‘Coltiviamo l’integrazione: Proposte formative per l’inserimento sociale dei richiedenti asilo in Italia’
Il corso si è sviluppato tra una parte teorica e attività pratiche sul campo. In particolare i ragazzi hanno appreso tecniche di agricoltura sinergica, l’utilizzo di fertilizzanti, le stagioni della coltivazione, la varietà di piante e le loro caratteristiche.
I ragazzi provengono da Nigeria, Ghana e Mali, e hanno tutti superato il test finale con risultati soddisfacenti. Questa non è stata affatto una sorpresa, i formatori avevano constatato un buon livello di interesse e partecipazione dei ragazzi durante le attività.
Le attività in realtà non sono terminate ma continueranno ancora per alcuni mesi e si concluderanno a Maggio. Alcuni ragazzi che si sono aggiunti più tardi ai corsi continueranno un po’ più a lungo per integrare le parti di corso che non hanno potuto seguire.
Le opportunità derivanti da questo progetto sono notevoli per i ragazzi, che nonostante un’iniziale perplessità su un lavoro non retribuito hanno presto iniziato ad apprezzarne i vantaggi. Le lezioni in aula hanno fatto acquisire competenze su agricoltura e su temi anche innovativi come metodologie organiche e orti sinergici. Inoltre, essendo le lezioni in italiano, è stato utile per migliorare la conoscenza della lingua.
“E’ stato molto positivo il passaggio dei ragazzi in un contesto nuovo, più piccolo, che ha permesso un’integrazione graduale con la popolazione locale. Alcune signore, vedendo i ragazzi aspettare alla fermata dell’autobus per Genova tutti i giorni si sono incuriosite e hanno iniziato a chiedere aiuto per portare la spesa”, ci racconta Michele Acampora, responsabile accoglienza dell’Associazione Il Ce.sto. “Senza dubbio, l’inizio del corso e delle attività ha riempito le giornate dei ragazzi, generando responsabilizzazione dal momento in cui si sono sentiti parte di un progetto che sostanzialmente dipendeva da loro”, continua Michele, “E’ diventato il loro impegno quotidiano ed ha contribuito a riempire le loro giornate in maniera attiva e costruttiva.”
Per quanto riguarda l’inserimento lavorativo una volta terminato il corso, le prospettive sono chiaramente nell’ambito agricolo. Già durante questi mesi si sono verificate per i ragazzi possibilità di fare piccoli lavori retribuiti. Per esempio, alcuni contadini della zona, incuriositi dal lavoro che stavano svolgendo i volontari hanno richiesto la loro collaborazione per la raccolta delle olive, alcuni dei ragazzi sono stati coinvolti anche nella fase di trasformazione in olio nei frantoi, collaborando così alla produzione di uno dei prodotti principali della Liguria. Sicuramente questo tipo di collaborazioni potrebbe continuare, ed estendersi sul territorio.
Una delle idee da sviluppare, già a partire dai prossimi mesi, è la creazione di un gruppo d’acquisto solidale, creando una piccola rete di distribuzione di prodotti biologici locali che crei prossimità tra produttori e consumatori.
“Ci sono stati tanti momenti, tutti diversi. E’ stata una scoperta lenta. All’inizio non si capiva cosa fare, c’erano difficoltà anche comunicative. Poi gradualmente è aumentata la consapevolezza, sia da parte dei volontari che degli organizzatori e si è creato un bel gruppo. Ci sono stati momenti più difficili, dove qualcuno aveva meno voglia, ma anche altri in cui si lavorava duro e ci siamo fatti anche delle belle risate”, ricorda Michele.
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