L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha organizzato, il 13 Aprile a Ginevra, una conferenza internazionale per analizzare l’attuale situazione in Repubblica Democratica del Congo e ricercare finanziamenti per le urgenti operazioni umanitarie. La prospettiva era ambiziosa, raccogliere 1.68 miliardi di dollari, ovvero la cifra più alta mai chiesta per il paese dell’Africa centrale.
Una conferenza iniziata tra le polemiche, infatti Kinshasa ha deciso da subito di boicottare questa iniziativa accusandola di gettare cattiva luce sul Paese. Una contrarietà, quella espressa da Joseph Kabila, che ha influenzato altri paesi, soprattutto nel continente africano. Infatti, tra i presenti solo 22 donatori e 54 tra stati e istituzioni. La cifra raggiunta, 528 milioni di dollari, rappresenta un terzo di quanto sperato inizialmente.
Sono oltre 13 milioni le persone in Repubblica Democratica del Congo che si trovano attualmente in condizione di urgente necessità di assistenza umanitaria. Una dato che è raddoppiato rispetto al 2017, a causa del protrarsi di povertà cronica e dei violenti scontri armati che avvengono affliggono il Paese.
La guerra che dalla fine del 2016 ha colpito le regioni del Kasai, Tanganyika e – più di recente – Ituri, ha causato la morte di numerosi civili e ha incrementato la condizione di povertà di queste regioni, che già si trovavano ad affrontare una emergenza umanitaria tra le più complesse al mondo.
L’insicurezza e la violenza hanno costretto molte persone a lasciare i loro villaggi per raggiungere località più sicure. Questo ha avuto un effetto devastante sull’agricoltura locale, causando l’abbandono di molte terre coltivate con conseguente calo della produzione agricola e scarsità di risorse alimentari.
I tassi di malnutrizione in RD Congo, già tra i più alti a livello globale, non sono mai stati così alti. Statistiche della UN Food and Agriculture Organization (FAO), riportano che tra il 60 e il 70% della popolazione che vive in zone colpite dal conflitto soffre di malnutrizione cronica. A pagare il prezzo più alto, come spesso accade, sono i bambini. Quasi 5 milioni di bambini attualmente sono malnutriti, e oltre 2 milioni di loro soffrono di malnutrizione acuta. Una condizione che incide sullo sviluppo fisico e mentale e riduce la possibilità di avere un futuro dignitoso e opportunità migliori da adulti.
Anche l’istruzione è tra i settori che risentono della crisi e delle conseguenze causate dal conflitto. Nelle provincie di Kasai il 10% dei bambini non può andare a scuola e circa 400 scuole sono state attaccate o distrutte solo lo scorso anno. Vi è poi il preoccupante fenomeno dei bambini-soldato, reclutati dalle milizie armate.
Anche la situazione sanitaria è preoccupante. Il limitato – in molti casi assente – accesso a cure sanitarie aumenta l’esposizione a malattie che sarebbero facilmente prevenibili e accresce il rischio di epidemie. Altre stime ci mostrano che quest’anno l’RD Congo ha affrontato la peggiore epidemia degli ultimi 15 anni, con 55 mila casi riscontrati e oltre un migliaio di decessi.
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