In Italia nel 2020 1 milione e 337 mila minori vivono in povertà, 200mila in più rispetto al 2019 (fonte Istat). La povertà economica è un fattore che può portare alla povertà educativa e viceversa.
1 minore su 7 lascia prematuramente gli studi (fonte Eurostat): bambini e adolescenti, in tutto il Paese, privati delle opportunità educative che potrebbero raddoppiare le possibilità di migliorare le proprie competenze e costruirsi un futuro migliore.  


La crisi legata alla pandemia ha peggiorato questo scenario e ha messo altri temi al centro del dibattito pubblico. La scuola ha occupato le prime pagine dei media con i temi delle chiusure e della didattica a distanza e con discussioni spesso dettate maggiormente da dinamiche politiche piuttosto che da questioni di merito.  

Sullo sfondo, quasi come note di semplice colore, sono rimaste le gravi carenze educative e di socialità che studentesse e studenti hanno dovuto affrontare nei lunghi mesi di DaD. Così come gli annosi deficit tecnologici e strutturali della scuola italiana 

Ora si prepara la ripartenza post pandemia e sono state messe a disposizione enormi risorse – nominalmente anche su scuola e istruzione – con il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza varato dal Governo. Sta però a tutti noi vigilare su come verranno utilizzate. Se per quel mondo migliore che, chiusi in casa, ci raccontavamo sarebbe sorto dopo questa emergenza, oppure se per proseguire lungo una direzione di sviluppo di cui la crisi pandemica ha evidenziato storture, inefficienze e disuguaglianze.  

 

L’educazione riveste un ruolo fondamentale in questo senso. È la chiave per il pieno sviluppo di ogni bambina e di ogni bambino, per poter costruire un futuro migliore per loro stessi, per la propria famiglia, per la propria comunità, per tutto il Paese. 

È quindi necessario che l’Italia investa una parte significativa delle sue risorse nel sistema scolastico: per garantire a tutti l’accesso a un’educazione di qualità, ma anche per fornire tutte quelle competenze, specie in ambito digitale, che saranno indispensabili nei prossimi anni. 

 

Per questo, abbiamo deciso di lanciare una nuova campagna per rimettere l’educazione sotto i riflettori. Come prima azione, abbiamo deciso di avviare una raccolta firme per una petizione indirizzata al Governo italiano, per chiedere di destinare maggiori fondi all’istruzione.   

L’Italia investe in educazione solo l’8,2% della spesa pubblica, mentre la media dell’Unione Europea è al 9,9%. Stiamo sprecando una risorsa fondamentale per il futuro dei giovani e di tutto il Paese, e non possiamo permetterlo. Le risorse che arriveranno grazie al PNRR saranno fondamentali, ora è il momento di agire!

Chiedi anche tu al Governo italiano di portare la percentuale di spesa pubblica in educazione al livello della media europea.