Kalpana si commuove nel ricordare la scomparsa di suo marito Kamal, preso con la forza dai ribelli per essere obbligato a combattere.
“Non avevo né una terra da coltivare né una casa dove stare. Ero incinta e avevo un altro bambino molto piccolo.”
“Sono stati momenti durissimi per la nostra sopravvivenza… pensavo che sarebbe ritornato, ma qualcuno dice che non sia più in vita. In molti mi chiedono perché non abbia fatto nessuna denuncia: non ho nessuno che mi supporti e mi guidi”.
Quella di Kalpana, che vive a Khadeuli nel Distretto di Doti, è solo una delle decine di testimonianze raccolte nel documentario che Helpcode ha realizzato in Nepal nell’ambito del progetto Empowering women for Peace: “Women from the commotion of insurgency toward peace” racconta il percorso delle donne nepalesi dalle circostanze traumatiche della guerra civile alla riconquista della pace.
Come Kalpana, 7 donne su 10 in Nepal non conoscono i programmi di aiuto che le riguardano. Anche tra chi conosce la legge nazionale a tutela delle donne, è forte la sfiducia nella possibilità effettiva di essere aiutate e molto diffusa la paura di subire ritorsioni. Il progetto di Helpcode “Empowering Women for Peace”, finanziato dalla Delegazione dell’Unione Europea a Kathmandu, ha l’obiettivo di supportare tutte le autorità del Paese a realizzare le due principali risoluzioni ONU sul ruolo delle donne nei processi di pace (n°1325 e n° 1820). Si lavora sulla giustizia transazionale, sulla memoria collettiva, sul supporto tecnico e psicologico per le donne che intendano denunciare quanto subito nel corso del conflitto civile.
Il documentario, che sarà proiettato in 21 località in 7 diversi distretti, è un tassello chiave nell’ambito del progetto: ha l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione nepalese circa le violenze e i traumi subiti dalle donne nei dieci lunghi anni di guerriglia, facendo conoscere la normativa internazionale e nazionale e mettendo in luce il ruolo fondamentale delle donne nell’ambito del processo di riconciliazione.
Per Kalpana, e per tante donne come lei, è finalmente tempo di chiedere giustizia e contribuire a un futuro di pace per il Nepal.