Lavoriamo in Mozambico da oltre trent’anni. Qui è iniziata la nostra avventura nel 1988. Qui molte persone hanno deciso di sostenere a distanza una bambina o un bambino in difficoltà insieme a noi.
Le devastazioni del ciclone Idai hanno colpito molti centri in cui operiamo e in cui si trovano i bambini, le scuole e le comunità che tanti di voi sostengono, soprattutto nella provincia di Sofala. Per fortuna, nessuno dei bambini sostenuti o dei loro familiari è deceduto o ha subito gravi ferite. Le condizioni in cui si trovano ora a vivere sono però tutt’altro che rosee: moltissime case sono danneggiate o distrutte, così come lo sono le scuole e le produzioni agricole.
Dopo molte difficoltà – le strade sono ancora interrotte o dissestate e alcune aree rimangono isolate – siamo riusciti a raggiungere le comunità in cui operiamo e in cui si trovano i bambini sostenuti. Questo è la loro situazione al momento. Quelle sigle accanto a ciascun distretto sono parte del codice del bambino o della bambina che sostieni a distanza e che indicano la zona in cui vive. Non troverai tutti i codici del Mozambico ma solo quelli della provincia di Sofala, la zona che ha subito i maggiori danni.
Il raccolto e la produzione agricola sono andati perduti a causa delle abbondanti piogge che si sono abbattute sulla regione. Si prospetta quindi un periodo di grave insicurezza alimentare per tutta la popolazione di Maringuè e dei nostri centri nella zona.
Un campo allagato
La quasi totalità delle case di questa provincia è rimasta senza tetto. Anche qui la produzione agricola è andata totalmente persa con gravi conseguenze per la popolazione. Al momento si sopravvive solo grazie alle uniche colture scampate alla furia del ciclone: zucche, cetrioli e pochissime pannocchie di mais. Ma tra pochi mesi bisognerà far fronte a un’emergenza alimentare piuttosto grave.
La scuola di Pungwe dopo il passaggio del ciclone Idai
“Non riesco a non pensare all’odore di morte diffuso.” – racconta Paolo, un genovese arrivato sul posto 18 giorni dopo il ciclone – “La piena del fiume Buzi ha causato centinaia di vittime”.
In questa regione si trovano i nostri centri più colpiti. Sono gestiti dalla missione di Esmabama, nostro partner locale, che ci ha raccontato scenari apocalittici: un’attivista della missione ha sepolto personalmente 35 persone, altre 19 le ha sepolte un dipendente della missione; a Chibabava un attivista è rimasto con la famiglia per 6 giorni in cima ad un albero.
Nel centro MIB, che si trova a pochi metri in linea d’aria dalla spiaggia, la missione è stata interamente distrutta: il vento ha scoperchiato i tetti di tutte le scuole, dell’ospedale, dei dormitori, delle case per gli insegnanti e numerosi muri sono crollati. La stessa sorte è toccata anche alle abitazioni della zona. Intere famiglie sono rimaste senza casa.
Solo il centro di Machanga non ha sofferto in modo particolare.
Partecipiamo all’immenso dolore di queste tragedie. Ci teniamo comunque a informare tutti i sostenitori che nessun bambino sostenuto o suo familiare è deceduto nel distretto di Buzi.
Una casa distrutta dal ciclone Idai
I bambini del Mozambico, i loro familiari e tutte le loro comunità hanno bisogno di te, ora più che mai.