Quando chiedi a una bambina o a un bambino di raccontarti la sua storia non sai mai quello che succede. Puoi trovare quello che ha poca voglia di parlare di sé e fa scena muta come a un’interrogazione per cui non ha studiato. Puoi avere davanti una grande scrittrice che fa della sua vita, anche se breve, un grande romanzo pieno di avventure, personaggi secondari e dettagli. Oppure c’è chi è come un racconto breve, bastano poche parole fondamentali per dipingere un mondo. Rebika di certo appartiene a questa ultima categoria.
Rebika è una ragazza nepalese. Frequenta la terza media alla Sarbashanti Secondary School a Kurintar, nel distretto di Chitwan, un’area rurale a ovest di Kathmandu. Quando, nell’ultima visita alla sua scuola, le abbiamo chiesto se voleva raccontarci cosa significa essere una studentessa nel Nepal rurale, è partita subito: poche parole misurate ma importanti.
“A me piace venire in classe tutti i giorni. La nostra scuola però aveva solo acqua non potabile. Noi bevevamo quell’acqua. Ci ammalavano in molti, principalmente di malattie intestinali, e per questo dovevamo stare a casa e saltavamo tante lezioni. Per noi ragazze era ancora peggio. Durante il ciclo qui si utilizzano assorbenti tradizionali fatti in casa, ma ci fanno irritare la pelle e non sono molto igienici. Di certo, non vanno bene per stare ore sedute su una panca di legno.”
“Ora essere in classe tutti i giorni è molto più facile. Nella nostra scuola è stato installato un grande filtro elettrico per l’acqua. Finalmente possiamo bere senza paura di ammalarci! A tutte noi studentesse sono stati dati anche degli assorbenti lavabili, igienici e riutilizzabili, così possiamo venire a scuola anche durante le mestruazioni.”
Tutto quello che racconta Rebika è stato possibile grazie a tante donatrici e tanti donatori che hanno scelto di dare alle ragazze e ai ragazzi del Nepal rurale un domani diverse. Grazie.
Continua a sostenere il futuro delle studentesse e degli studenti come Rebika.