L’8 marzo è la Giornata Internazionale dei diritti delle Donne, un’occasione per celebrare le lotte che hanno sostenuto e continuano a sostenere i diritti delle donne, l’equità di genere e l’empowerment femminile.  

Helpcode si impegna ogni giorno a promuovere i diritti delle donne, a rafforzare la loro autonomia e a contrastare la violenza di genere. Attraverso i nostri progetti, lavoriamo per creare opportunità di crescita e di empowerment femminile, sia in Italia che nei Paesi in cui operiamo. In particolare, in Mozambico, sosteniamo donne che hanno vissuto esperienze di violenza, accompagnandole nel percorso di ricostruzione della loro vita, offrendo supporto psicologico, educativo e professionale. 

In questo articolo, vogliamo dare voce a uno spaccato dei nostri progetti dedicati alle donne. Riscopriremo insieme qual è il significato profondo dell’8 marzo e perché sia così importante e faremo una panoramica delle attività di Helpcode nell’ambito dell’equità di genere, attraverso i racconti di donne sopravvissute a situazioni di violenza di genere che abbiamo incontrato in Mozambico. 

Il vero significato dell’8 marzo: una giornata di lotta e consapevolezza 

Perché non ci piace l’8 marzo inteso come “Festa della Donna”? Perché questa espressione rischia di svuotare di contenuto il significato profondo di questa giornata. 

È una data simbolica che, più che celebrare, invita alla consapevolezza e a impegnarsi collettivamente per promuovere l’equità di genere e contrastare ogni forma di discriminazione e violenza

Perché l’8 marzo? Radici e storia delle lotte femministe 

Le origini dell’8 marzo sono legate a diverse interpretazioni storiche, ognuna delle quali sottolinea momenti significativi nella lunga lotta per i diritti delle donne. Le versioni sono molteplici e spesso contrastanti, e ci sono diverse opinioni su quale sia l’evento che ha sancito la scelta di questa data come Giornata Internazionale

Alcune persone ricollegano l’8 marzo alla rivolta pacifista delle operaie di Pietrogrado nel 1917, altre alla protesta delle donne newyorkesi del 1848 per i diritti politici. Un’altra versione racconta di come la data sia legata al tragico incendio della fabbrica Triangle Shirtwaist di New York il 25 marzo 1911, in cui morirono 146 giovani operaie, spesso ricordato erroneamente come accaduto l’8 marzo. 

Fu solo nel 1977, però, che le Nazioni Unite, riconoscendo l’importanza di un momento di riflessione collettiva, proposero ufficialmente a tutti i Paesi di istituire una Giornata Internazionale dedicata ai diritti delle donne, e da allora l’8 marzo è stato scelto da molte nazioni come data ufficiale. 

L’8 marzo in Italia: dalla prima celebrazione alla mimosa come simbolo 

In Italia, la prima Giornata internazionale della donna venne celebrata solo nel 1922: non si celebrò l’8 marzo, ma la data fu fissata per il 12, la prima domenica successiva a quella simbolica. 

Fu solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1946, che l’8 marzo cominciò a essere riconosciuto come una data ufficiale in tutto il Paese. In quell’occasione, la mimosa venne scelta come simbolo, grazie alla sua fioritura spontanea e alla sua facile reperibilità su tutto il territorio italiano. 

L’8 marzo oggi: un giorno di mobilitazione contro la violenza di genere 

Negli ultimi anni, l’8 marzo ha recuperato il proprio valore politico e la sua anima di lotta e mobilitazione, tornando a essere un momento di denuncia e di impegno concreto e perdendo la sua tradizionale connotazione di “Festa della Donna”. 

In molti Paesi del mondo ad oggi, durante l’8 marzo, vengono organizzati scioperi e manifestazioni per contrastare gli stereotipi di genere e combattere ogni forma di violenza di genere. 

A queste battaglie Helpcode contribuisce con il suo lavoro, per esempio in Mozambico, dove portiamo avanti progetti di empowerment femminile e di contrasto alla violenza di genere. A Palma, nella provincia di Cabo Delgado, sosteniamo donne che hanno subito violenze, offrendo loro strumenti concreti per ricostruire la propria vita e riconquistare autonomia e dignità. 

8 marzo: l’importanza dell’empowerment femminile in Mozambico 

Siamo in Mozambico, nella provincia di Palma, nei centri di supporto per le donne vittime di violenza. Qui abbiamo aiutato molte donne mozambicane ad uscire da situazioni di forte vulnerabilità e a ricominciare la propria vita attraverso percorsi di psicoterapia individuale o di gruppo, corsi di empowerment economico femminile e supporto legale dove necessario.  

Da anni, nel Paese promuoviamo un approccio integrato e multi-stakeholder per unire la mitigazione della violenza di genere e la prevenzione a livello di comunità con il sostegno all’emancipazione socio-economica delle donne.  

Cosa significa empowerment femminile e perché è fondamentale parlarne l’8 marzo? 

L’empowerment femminile è un processo fondamentale attraverso cui le donne acquisiscono consapevolezza del proprio valore, superando le barriere sociali, culturali ed economiche che limitano la loro libertà. Significa rafforzare l’autonomia, l’autostima e le competenze, per permettere alle donne di fare scelte libere e consapevoli, partecipare attivamente alla vita sociale ed economica, e avere il pieno controllo sulle decisioni che riguardano la propria vita. 

Parlare di empowerment femminile l’8 marzo in occasione della Giornata Internazionale dei diritti delle donne è fondamentale per sensibilizzare, mobilitare e amplificare il messaggio femminista dietro questa data. Attraverso azioni di empowerment femminile, le donne prendono consapevolezza delle dinamiche del sistema patriarcale e ottengono gli strumenti per sovvertire dinamiche culturali e sociali discriminanti.  

In un contesto vulnerabile come quello mozambicano, dove molte donne dipendono economicamente dalle figure maschili della comunità, come padri e mariti, è ancora più urgente offrire loro dei percorsi di empowerment economico affinché possano emanciparsi. 

Perché è importante garantire l’empowerment economico femminile in Mozambico? 

In Mozambico, dove le donne spesso affrontano disparità significative nell’accesso al lavoro, all’istruzione e ai diritti, l’empowerment economico femminile è fondamentale per abbattere le barriere che le tengono in condizioni di povertà e vulnerabilità.  

Investire nell’indipendenza economica delle donne significa dar loro il potere di sfidare le dinamiche di violenza e disuguaglianza che le riguardano. Inoltre, quando una donna è economicamente indipendente, può influenzare positivamente non solo la propria vita, ma anche quella della sua famiglia e della comunità. 

8 marzo e empowerment femminile: storie di donne che hanno cambiato il proprio destino 

Neide* – La forza di ricostruire una vita per sé e per i figli 

Dopo anni di matrimonio, Neide si è ritrovata improvvisamente sola, abbandonata dal marito e cacciata dalla casa in cui avevano vissuto insieme.  

Rimasta senza un luogo sicuro in cui stare con i suoi quattro figli, ha visto l’uomo portare un’altra donna nella loro abitazione e successivamente, portare via anche i loro bambini, sostenendo che sarebbe stato meglio che crescessero lì, con lui e la sua nuova compagna. In realtà, li lasciava spesso da soli e andava a dormire altrove, ignorando completamente la loro sicurezza e non curandosene. 

Quella subita da Neide è una forma di violenza chiamata “Negazione di risorse“, che priva le persone dell’accesso ai propri diritti, economici e abitativi. 

Grazie al lavoro degli attivisti nei quartieri, che si occupano di condividere messaggi di prevenzione sulla violenza di genere e di segnare la presenza dei nostri servizi dentro la comunità se qualcuna si riconoscesse come vittima di violenza, la donna è riuscita a raggiungere il nostro spazio sicuro, un luogo protetto dove facciamo attività e accompagnamento psicologico personalizzato che garantisce la tranquillità emotiva delle sopravvissute di violenza e la confidenzialità delle conversazioni.  

Quando è arrivata, era disperata: non aveva una casa, non lavorava e non sapeva come garantire un futuro ai suoi figli.  

Inizialmente, il marito si è rifiutato di trovare una soluzione e ha continuato a sottrarsi alle proprie responsabilità, lasciando la donna in una condizione di totale vulnerabilità. 

Attraverso l’accompagnamento legale, è stato possibile avviare un’azione concreta per tutelare i suoi diritti e dopo una lunga mediazione, l’uomo ha accettato di costruire una casa per la donna e i bambini e di pagare gli alimenti, garantendo finalmente un contributo economico regolare. 

Nel frattempo, la donna ha seguito un percorso di supporto psicologico, lavorando su tecniche di rilassamento e sulla consapevolezza di sé.  

Oggi è una delle nostre attiviste all’interno della comunità: porta avanti attività di sensibilizzazione sulla violenza di genere e informa altre donne sui servizi disponibili, trasformando la propria esperienza in un’opportunità di aiuto per chi si trova nella stessa situazione. 

Janete* – Sopravvissuta alla violenza, ora voce di cambiamento 

Durante un attacco degli insorgenti nel distretto di Palma, Janete è stata aggredita sessualmente da un ufficiale militare. Dopo quell’evento, ha vissuto un profondo isolamento e una sofferenza che l’hanno portata a chiudersi in se stessa. 

Siamo entrati in contatto con Janete grazie alle attività di supporto psicosociale che organizziamo nelle comunità con il coinvolgimento degli attivisti locali. È stata proprio una di loro a segnalarci la sua situazione e ad accompagnarla al nostro centro di protezione, dove ha potuto ricevere assistenza. 

All’inizio, era sopraffatta dal dolore: durante il primo incontro non riusciva a parlare, piangeva e basta. Solo grazie alla presenza della madre, che l’ha sostenuta con pazienza e affetto, ha trovato il coraggio di aprirsi e iniziare a raccontare la sua storia. Dopo l’attacco, era fuggita in un’altra città, ma la fame l’aveva costretta a tornare, nella speranza di trovare qualcosa da dare da mangiare ai suoi figli. In quel periodo si è ammalata e ha perso un bambino a causa della malnutrizione. Da quel momento, nulla per lei ha più avuto importanza: si è chiusa in casa, parlava solo con sua madre e raramente con il marito, evitava qualsiasi contatto con il mondo esterno. Non usciva nemmeno per andare al mercato, terrorizzata all’idea di incontrare i militari. 

Attraverso un percorso di consulenze psicologiche specialistiche e il sostegno della sua famiglia, Janete ha iniziato, passo dopo passo, a riprendersi la sua vita. Nei primi giorni, l’abbiamo accompagnata al mercato, aiutandola a superare la paura. Dopo cinque uscite insieme, ha trovato la forza di andarci da sola.  

Grazie al supporto della madre e del marito, ha ripreso fiducia in sé e ha iniziato a partecipare ai gruppi di sostegno e prevenzione della violenza. Ha anche continuato il percorso di supporto psicologico individuale per diversi mesi, dimostrando grande determinazione nel suo percorso di guarigione. 

Oggi, Janete non solo ha superato la paura, ma ha anche costruito un nuovo futuro per sé e i suoi figli. Ha preso parte ai corsi di empowerment economico femminile organizzati da Helpcode e, l’anno scorso, ha ottenuto un voucher per avviare una piccola attività commerciale.

Ora gestisce il suo negozio, che le garantisce un reddito stabile e la possibilità di provvedere alla sua famiglia. Suo marito, riconoscendo il cambiamento positivo, è venuto al centro di protezione per ringraziare Helpcode per aver contribuito a migliorare la vita di sua moglie. 

Samira* – Rinascere da un lutto 

Samira era sposata da più di 15 anni e viveva serena con suo marito e i suoi figli. Poi, tutto è cambiato in un attimo: mentre cercavano di fuggire da un attacco, suo marito è stato investito e ha perso la vita. Il dolore e lo shock per l’accaduto l’hanno travolta, lasciandola senza punti di riferimento. 

Si sentiva persa, incapace di immaginare come avrebbe potuto continuare a sostenere i suoi figli. Con il passare delle settimane, ha iniziato a isolarsi sempre di più, trascorrendo la maggior parte del tempo a letto, senza la forza di affrontare la quotidianità. 

Grazie alle attività di sensibilizzazione che portiamo avanti nelle comunità, Samira ha deciso di chiedere aiuto. Nel nostro spazio sicuro ha trovato un luogo in cui esprimere la sua tristezza, la rabbia e il senso di colpa. Attraverso il supporto psicologico e la partecipazione alle attività nella casa comunitaria con altre donne, ha iniziato un percorso di rinascita. 

A poco a poco ha ripreso a fare ciò che un tempo amava: ha ricominciato a lavorare a maglia, creando cappelli e calzini per bambini, e ha riscoperto il piacere di raccontare storie.  

In seguito, ha seguito uno dei nostri corsi di empowerment economico femminile, dove ha imparato a gestire un’attività, a scrivere e a contare. Grazie al voucher ricevuto, ha aperto una piccola bancarella con cui riesce a sostenere la sua famiglia. 

Oggi Samira ha ricostruito una routine serena. Ogni sera, dopo cena, si siede con i suoi figli e racconta loro le avventure vissute insieme al marito, mantenendone viva la memoria. Durante le sessioni di supporto psicologico di gruppo, ha condiviso la sua storia, offrendo conforto e speranza ad altre donne che hanno vissuto esperienze simili. 

Non ha dimenticato suo marito, ma ha trovato la forza di accettare la realtà e di guardare al futuro con rinnovata determinazione.  

La sua storia dimostra che, anche nelle difficoltà più grandi, è possibile ritrovare speranza e ricominciare a vivere. Oggi, la sua esperienza è un faro di speranza per le altre donne che si trovano ad affrontare difficoltà simili.  

Samira ha trovato un nuovo scopo nella vita: aiutare le altre a superare le loro paure, a rialzarsi e a ricostruire le proprie vite. La sua piccola bancarella non è solo una fonte di reddito per la sua famiglia, ma anche un simbolo della sua resilienza e del suo impegno per il futuro. 

Gizela* – Da rifugiata di guerra a leader 

Gizela è stata costretta a lasciare la sua terra d’origine dopo l’attacco dei gruppi terroristici. Ha perso la sua famiglia e la sua casa è stata distrutta dagli insorti. Dopo essere dovuta fuggire dal conflitto, ha trovato rifugio in un luogo sicuro, ma il dolore per la perdita e la paura l’hanno travolta. 

Nel tentativo di dimenticare, Gizela ha iniziato a bere eccessivamente. Il suo consumo di alcol l’ha portata a dormire per strada e a soffrire di numerosi abusi, anche fisici. Il suo stato di vulnerabilità è diventato sempre più evidente, fino a quando una vicina, che frequentava da tempo il nostro centro di protezione, si è accorta della sua situazione e l’ha invitata a venire al nostro centro comunitario.

All’inizio, Gizela era restia a parlare del suo passato, ma nella sua prima sessione di supporto, ha deciso di aprirsi e ha raccontato dei traumi che aveva subito, del dolore della guerra e di come tutto ciò avesse influito sulla sua vita. Abbiamo lavorato insieme per capire le cause del suo consumo di alcol e per trovare modi alternativi per affrontare il dolore. Le abbiamo proposto tecniche di respirazione profonda e rilassamento, insieme ad alcuni esercizi che l’hanno aiutata a cambiare il suo stile di vita.

Con il nostro sostegno, Gizela ha imparato a gestire le sue emozioni e le sue paure senza ricorrere all’alcol. Ha scoperto che, nonostante tutte le difficoltà, possedeva la forza interiore per cambiare la sua vita e ricominciare da capo.

Oggi, Gizela è un esempio di resilienza: partecipa attivamente alle attività del centro ed è diventata la leader di uno dei gruppi di danza, offrendo supporto e ispirazione ad altre donne che, come lei, stanno cercando di superare le difficoltà. 

Dominique* – Il coraggio di ribellarsi alla violenza domestica  

Dominique ha vissuto per anni in una relazione abusante con il marito, che nel tempo è diventato sempre più violento, sia fisicamente che verbalmente. Si sentiva intrappolata, terrorizzata dalle minacce che lui le faceva, dicendole che non poteva rivelare la loro vita privata.

Vivevano in una delle tende del centro per sfollati, dove la privacy era praticamente inesistente. Non c’era alcun posto tranquillo in casa, e ogni persona sapeva tutto degli altri. Fuori casa, non trovava pace. 

Un giorno, però, Dominique ha trovato il coraggio di parlare con uno degli attivisti di Helpcode e gli ha raccontato della violenza che stava affrontando. L’attivista l’ha incoraggiata a recarsi al centro di protezione per ricevere il nostro aiuto. 

Nel nostro centro, abbiamo creato per Dominique un ambiente sicuro e accogliente, dove ha potuto finalmente esprimere le sue esperienze, paure e preoccupazioni senza paura di essere giudicata. Dopo aver condotto una valutazione approfondita, abbiamo compreso l’entità degli abusi subiti e gli impatti emotivi causati dal trauma. 

Dominique ha iniziato a seguire delle sessioni di terapia individuale per lavorare sulla ricostruzione della sua autostima. L’abbiamo aiutata a esplorare diverse opzioni per prendere decisioni fondamentali, come cercare assistenza legale e garantire la sua sicurezza. Nel frattempo, l’abbiamo supportata nel costruire un piano per proteggere se stessa e i suoi figli. 

Abbiamo monitorato con attenzione i suoi progressi, offrendo supporto continuo mentre Dominique ricostruiva la sua vita, lontano dalla violenza. Le abbiamo anche suggerito di unirsi ad altre donne che partecipano alle attività di gruppo presso il nostro centro, e ha deciso di partecipare ai corsi di empowerment economico femminile organizzati da Helpcode.

Questi corsi l’hanno aiutata a creare una propria indipendenza economica e a garantire che la separazione dal marito non influisse negativamente sulle condizioni di vita dei suoi figli. 

Oggi, Dominique è una donna che ha ritrovato forza e indipendenza. Gestisce un’attività e si dice soddisfatta della routine che ha creato, lontana dalla violenza che ha caratterizzato gli anni passati. Ora si sente libera, sicura e finalmente in pace con se stessa. 

*I nomi utilizzati nelle testimonianze sono di fantasia per questioni di privacy. 

https://www.ilpost.it/2024/03/08/giornata-internazionale-della-donna-8-marzo

https://web.archive.org/web/20131230232246/http://archiviostorico.corriere.it/2004/marzo/08/Quella_svista_sull_marzo_co_9_040308002.shtml

https://www.treccani.it/magazine/atlante/societa/L_8_marzo_nella_storia.html