Il numero continua ad aumentare: ad oggi in Nepal sono 1 milione i bambini che non possono ritornare sui banchi di scuola. Le loro aule sono crollate a causa del terremoto del 25 aprile o delle scosse più recenti del 12 maggio. In totale, le aule distrutte hanno superato le 32 mila, mentre quelle danneggiate sono oltre 15 mila.

Ad un mese dal sisma che ha causato quasi 9.000 vittime, tra cui circa 2.500 bambini sotto i dieci anni, non possiamo dimenticare chi è sopravvissuto e dovrà affrontare l’emergenza senza casa e senza aver accesso a servizi fondamentali come quello della scuola. Dopo aver fatto fronte all’emergenza abitativa con la distribuzione di 1.333 tende a Kavre, uno dei distretti più colpiti, ora il nostro impegno è quello di riportare il maggior numero possibile di bambini sui banchi di scuola.

Lo faremo concentrando tutti i nostri sforzi verso la costruzione dei Temporary Learning Centre (TLC), piccoli edifici in bambù, coperti da tarpaulin (grandi teli in plastica), fissati con legni, provvisti di porte e finestre, secondo il modello proposto e richiesto dalle autorità locali dell’educazione. Li realizzeremo in tutti quei casi dove la scuola sia crollata o inagibile, a partire dalle comunità dove siamo già presenti con i nostri progetti (42 villaggi nei distretti di Kathmandu, Chitwan e Makwanpur), per allargarci anche ad altre, in base alle nostre possibilità: al momento, in base al monitoraggio realizzato sul campo, stimiamo di realizzare almeno 25 TLC.

 

 

In queste aule provvisorie, fornite anche di materiali didattici e ludico ricreativi, circa 1.200 bambini potranno riprendere le loro attività scolastiche in attesa che trascorra il lungo periodo delle piogge monsoniche (che durerà fino a settembre). Nell’ambito del nostro intervento, forniremo anche 11 scuole dei servizi igienici e di acqua potabile, organizzeremo incontri con le comunità e formeremo 61 insegnanti affinché possano gestire il ritorno a scuola dopo il trauma del terremoto, in condizioni ancora molto disagevoli.

La risposta di organizzazioni come la nostra supportate dalle donazioni private di tanti sostenitori è fondamentale, anche considerato lo scarso afflusso di aiuti da parte della comunità internazionale: ad oggi, infatti, i governi di tutto il mondo hanno inviato in Nepal meno del 2% di quanto le Nazioni Unite hanno stimato servirebbe per riportare alla normalità il solo settore dell’educazione.

Anche il tuo aiuto è importante: restituiamo ai bambini del Nepal il diritto di essere bambini, riportiamoli a scuola!