Helpcode è presente in Libia dal 2017 per un’iniziativa di sostegno ai centri di assistenza sanitaria di base, nella regione del Fezzan, grazie ad un finanziamento dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo.

Qualche giorno fa sei camion di medicinali di base sono stati distribuiti nei quattro centri sanitari assistiti dal nostro progetto di emergenza. Grazie a questa consegna si potranno coprire i bisogni delle cliniche per un anno, garantendo l’adeguato approvvigionamento di cure alle 35.000 persone che popolano i villaggi serviti da questi centri salute.

 

 

Il convoglio con i farmaci e materiale medico era già pronto a partire nei primi giorni dell’anno ma pesanti scontri tra milizie e forze governative hanno causato la chiusura dell’aeroporto e forti ritardi alla partenza. Dopo lunghi giorni di attesa abbiamo optato una consegna via terra, effettuato insieme all’ONG locale STACO, nostro partner in questo progetto.

I nostri collaboratori stanno ora effettuando una valutazione approfondita sulla gestione dei centri di salute e a breve saranno disponibili dati dettagliati sui pazienti presi in carico dai centri e sui loro bisogni. Ad oggi, come ricorda il Ministero della Salute libico, l’approvvigionamento di medicine a ospedali, centri primari e secondari, è una delle criticità più gravi per la Libia. Infatti, il governo libico riesce a coprire solo metà dell’intero fabbisogno sanitario del Paese e per questo ha deciso di creare una cellula di coordinamento presso il Ministero della Salute per coordinare e valutare gli interventi secondo i bisogni più urgenti.

Ubari, nella regione del Fezzan, rimane un avamposto di frontiera importante, ora controllato da due etnie , i Tebu e i Tuareg. Il commercio rimane legato a piccole realtà locali, i prezzi di molti beni primari hanno subito un pesante incremento e sono inaccessibili per la maggior parte degli abitanti. Per esempio un gallone di gasolio costa sul mercato locale 90 Dinari Libici, l’equivalente di 54 euro, al cambio ufficiale. Permane quindi una situazione di inflazione e distorsione economica nel paese che va accentuandosi nei posti più svantaggiati, a scapito della parte della popolazione più vulnerabile.

È questa la realtà nella quale operano i centri supportati. In passato si sono susseguite promesse di sviluppo che non hanno mai visto una piena realizzazione. Ad oggi il settore sanitario rappresenta uno dei più deboli e vulnerabili del paese.

 

 

La situazione resta complessa, ma siamo felici di questo importante traguardo. Il nostro progetto continua e, a breve, inizieranno i lavori di ristrutturazione dei 4 centri salute. Inoltre, stiamo cercando di inserire uno o più centri nel sistema di individuazione precoce delle malattie infettive, creato dal Ministero locale e supportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo, per individuare le malattie infettive più gravi sul nascere e controllare un eventuale rischio di contagio.

Infine, il progetto si farà carico di integrare le capacita del personale locale fornendo corsi di specializzazione specifici per sopperire a eventuali carenze nelle competenze tecniche. Siamo in contatto costante con i direttori dei centri e dell’ospedale di Ubari per poter rispondere prontamente alle esigenze che si manifestano di volta in volta.

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