La Cambogia è un paese in rapido cambiamento. Un paese relativamente piccolo per numero di abitanti – 15 milioni – ma allo stesso tempo molto giovane, considerando che l’età media della popolazione è di 24 anni, contro i 47 dell’Italia. Ad oggi, un quinto della popolazione vive sotto la soglia di povertà. I governi che si susseguiti in questi ultimi anni hanno tutti posto l’istruzione al centro dello sviluppo del paese, per migliorare la qualità dell’educazione primaria e secondaria e ridurre le percentuali di abbandono scolastico.

In Cambogia sono ancora molte le barriere sociali ed economiche che limitano l’accesso all’istruzione. Nel caso delle bambine, a queste si aggiungono problemi strutturali come la mancanza di servizi igienici adeguati. Sovente le strutture scolastiche non sono dotate di bagni separati per maschi e femmine o non rispondono ai requisiti necessari per garantire un adeguato livello di igiene. A questo si affianca una bassa qualità delle fonti idriche, che provocano frequenti malattie, come diarrea e infezioni intestinali. Sono molti i bambini e le bambine costretti a perdere numerosi giorni di scuola perché malati, con pesanti conseguenze sui loro risultati scolastici e sullo sviluppo di capacità cognitive.

 

 

Nei mesi scorsi, abbiamo avviato un’attenta analisi delle condizioni sanitarie nelle scuole dove operiamo – distretti di Prey Nub (Sianoukville) e Chouk (Kampot) – individuando almeno 10 scuole con situazioni particolarmente gravi. In queste aree, nessuna scuola ha rubinetti adeguati per lavarsi le mani, il 70% ha meno di un servizio igienico e più del 42% non ha acqua potabile.

Questi dati dimostrano che l’accesso ad acqua pulita e servizi igienici adeguati resta ancora un grande problema, con un’incidenza maggiore nelle aree rurali del Paese. Un elemento importate, se consideriamo che circa il 90 per cento delle scuole primarie si trova nelle aree più remote. La povertà e le lunghe distanze complicano e assottigliano le opportunità di apprendimento, soprattutto per le ragazze.

 

 

Il nostro intervento mira a incoraggiare la partecipazione delle ragazze a scuola attraverso un supporto pro-attivo da parte della comunità, servizi igienici separati e l’accesso ad incontri di counseling dedicati alle ragazze. Quest’ultimo diventa un aspetto molto importante del lavoro per le bambine che raggiungono l’età della pubertà. In molti paesi, le donne non sono autorizzate ad accedere a fonti d’acqua a causa di usanze legate al ciclo mestruale. Il perdurare di queste usanze culturali ci hanno spinto ad intervenire per migliorare i servizi igienici nelle scuole e distribuire kit igienici per garantire alle ragazze privacy, sicurezza e dignità.

Vogliamo contribuire a creare un cambiamento positivo nelle pratiche di igiene per tutti i bambini nelle scuole e nelle comunità dove operiamo, sensibilizzando sull’importanza di buone pratiche igienico-sanitarie, migliorando le condizioni e la disponibilità dei servizi igienici al fine di avere scuole più accessibili e inclusive.