Nell’ultimo anno, a causa della situazione di emergenza e delle conseguenti restrizioni, la nostra quotidianità è cambiata e tutti quanti abbiamo dovuto fare i conti con una libertà limitata. Tra gli individui più penalizzati da questa condizione ci sono sicuramente le studentesse e gli studenti, che per moltissimi mesi hanno dovuto abbandonare le lezioni in presenza per intraprendere la sempre più discussa didattica a distanza, una modalità di apprendimento che ha coinvolto oltre due milioni e mezzo di ragazze e ragazzi delle scuole superiori di secondo grado.
Per molti studenti in Italia, l’inizio del 2021 ha coinciso con la ripresa delle scuole. Ma in quanti si sentono pronti al ritorno in classe? Per quanti ragazzi i mesi di didattica a distanza hanno avuto un impatto positivo sullo studio? A rispondere a queste domande ci ha pensato Save the Children nell’indagine condotta da IPSOS “I giovani ai tempi del Coronavirus”, in cui sono stati intervistati adolescenti tra i 14 e i 18 anni, per comprendere le loro opinioni, stati d’animo e aspettative. I dati emersi dal report mettono in luce il vero impatto, spesso sottovalutato, della chiusura delle scuole e della didattica a distanza.
Dispersione scolastica, difficoltà di apprendimento, scarsa concentrazione, disorientamento e lacune nel programma scolastico: queste sono soltanto alcune delle conseguenze dei mesi di didattica a distanza emerse dal sondaggio. Più di uno studente su tre si sente più impreparato di quando andava a scuola in presenza e il 35% quest’anno deve recuperare più materie dell’anno scorso. Quasi quattro studenti su dieci dichiarano di avere avuto ripercussioni negative sulla capacità di studiare (37%). Il 68% degli studenti considera più difficile concentrarsi durante le lezioni e il 51% ritiene che sia più complicato rispettare il programma scolastico.
Gli adolescenti, inoltre, dicono di sentirsi più stanchi (31%), incerti (17%), preoccupati (17%), irritabili (16%), ansiosi (15%), disorientati (14%), nervosi (14%), apatici (13%) e scoraggiati (13%). Inoltre, è aumentato il rischio di dispersione scolastica: il 28% degli studenti dichiara infatti che almeno un loro compagno di classe dal lockdown di questa primavera a oggi ha smesso di frequentare le lezioni.
Un altro grande problema emerso è quello della difficoltà di apprendimento e concentrazione legata a problemi di dispositivi e di connessione. Le principali difficoltà nella fruizione della didattica a distanza sono infatti rappresentate dalla scarsa concentrazione a seguire una lezione online (citata da quasi un ragazzo su due, 45%) e dai problemi tecnici dovuti alla connessione internet e alla copertura di rete propria o dei docenti (41 e 40% rispettivamente).
Secondo dati Istat, un ragazzo su otto (il 12,3%) tra i 6 e i 17 anni, non ha a disposizione né pc né tablet oppure è costretto a condividerli con gli altri membri della famiglia. Una quota del 39,7% degli studenti 6-17enni, infatti, vive in famiglie in cui sono presenti altri studenti e non ci sono dispositivi sufficienti per tutti. Da non sottovalutare anche il problema degli spazi abitativi: secondo dati Istat del 2018, in Italia, oltre quattro minori su dieci (il 41,9%) vivono in condizioni di sovraffollamento abitativo. Questo fattore, in un periodo di lockdown, comporta inevitabilmente una scarsa concentrazione durante le lezioni online.
Un altro elemento estremamente dannoso per le ragazze e i ragazzi è la mancanza di socializzazione e di relazione con i compagni di classe: per quasi sei studenti su dieci (59%) la capacità di socializzare ha subito ripercussioni negative, così come il proprio umore/stato d’animo (57%) e una quota di non molto inferiore (52%), sostiene che le proprie amicizie siano state messe a dura prova. Quasi un ragazzo su quattro (24%) pensa che l’allontanamento da scuola stia avendo ripercussioni negative anche sulla propria salute. Un “anno sprecato” per quasi un adolescente su due (46%), che, in ogni caso, nella costrizione di vivere in un mondo di incontri solo virtuali, ha fatto riscoprire a molti il valore della relazione “dal vivo” con i coetanei.
Secondo l’ONU, la pandemia ha causato “la più grande interruzione dei sistemi educativi della storia, interessando quasi 1,6 miliardi di studenti in più di 190 paesi in tutti i continenti”. Alle ragazze e ai ragazzi coinvolti, servirà del tempo per “riparare i danni” che questa condizione ha generato.
A tal proposito, anche Helpcode è attiva per dare supporto agli studenti che in questi ultimi mesi hanno dovuto affrontare tante difficoltà. Da inizio pandemia è attivo il servizio di doposcuola a distanza, uno spazio virtuale dove bambini e ragazzi hanno potuto svolgere diverse attività come laboratori di disegno, di filosofia e di lettura, e hanno avuto la possibilità di ritrovare i compagni di classe al fine di non perdere le relazioni sociali. Inoltre, con le nostre campagne contrastiamo la povertà educativa, al fine di migliorare l’inclusione educativa e l’educazione alla cittadinanza globale.
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