Giochi, attività e role model per decostruire gli stereotipi di genere.

Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Fabiola Gianotti e Samantha Cristoforetti lo dimostrano alla perfezione.

Queste grandi pioniere dalle menti brillanti hanno sfidato le convenzioni di una società che per anni ha relegato le donne a ruoli secondari nelle professioni STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics).

Ognuna di loro ha lasciato e sta lasciando tuttora un’impronta indelebile nella comunità scientifica, non solo per le eccezionali scoperte e i virtuosi contributi, ma anche per essere il simbolo tangibile dell’incredibile potenziale femminile in questo ambito.

Le loro carriere hanno gettato un ponte tra passato e futuro, aprendo le porte alle nuove generazioni di ragazze che sognano di seguire le loro orme.

Eppure, in Italia, nonostante in media le donne si laureino molto più degli uomini, sono sottorappresentate nei gruppi disciplinari afferenti alle materie STEM.
Nel 2021, la percentuale di laureati in un’area disciplinare scientifica era pari a circa il 24% ed è lampante il divario di genere: il 33,7% dei ragazzi laureati ha scelto una disciplina STEM, contro il 17,6% delle ragazze.

I motivi possono essere ricondotti a due cause principali:

  1. La prima riguarda il senso di inadeguatezza: 2 studenti NON STEM su 5 dichiarano di aver avuto un interesse verso questa tipologia di discipline, ma di aver deciso di non intraprenderle perché valutate come troppo complesse o perché non in linea con le proprie capacità maturate durante gli studi pregressi. Purtroppo, questa percezione, è spesso alimentata all’interno del nucleo familiare, senza un supporto concreto da parte delle attività di orientamento.
  1. La seconda, invece, è legata all’insufficiente ibridazione delle competenze e dei programmi STEM e non STEM. Appare sempre più evidente, anche nel mercato del lavoro, come le “hard skills”, ossia le abilità tecniche, in ambito digital e STEM vadano conciliate e rafforzate con “competenze soft”, come le competenze comunicative, cognitive, di cooperazione e di problem-solving, ad esempio.

Da sempre noi di Helpcode contrastiamo le discriminazioni e gli stereotipi di genere, promuovendo uguali opportunità per bambini e bambine.

Per questo, all’interno di progetti dedicati, abbiamo realizzato dei materiali che possano guidare genitori e insegnanti nell’avvicinare studenti e soprattutto studentesse al metodo scientifico, attraverso metodi tecnologici e pedagogici innovativi.

Di seguito potete scaricare i tre kit che abbiamo realizzato.

Kit per insegnanti:

Il Game Based Learning per l’insegnamento delle STEM cioè percorsi didattici laboratoriali che integrano le possibilità del digitale a una metodologia ludica. Questo approccio permette di avvicinare le bambine e i bambini al mondo STEM senza alcun tipo di pregiudizio e, in secondo luogo, di utilizzare le potenzialità di queste materie anche come mezzo educativo capace di favorire l’apprendimento creativo e lo sviluppo attivo delle competenze trasversali.

Il kit è stato realizzato grazie al finanziamento di Fondazione Deloitte all’interno del progetto STEM: un gioco da ragazzə!

Il Tech Kids Hub fornisce un elenco di strumenti indispensabili per innovare gli ambienti e le competenze tecnologiche della scuola, fare un passo avanti nel percorso per portare digital e STEM skills al pari degli obiettivi UE e per superare stereotipi e bias sulle STEM. In questo modo, si supportano anche i docenti, fornendo loro degli spunti utili per un avvicinamento creativo, sano e consapevole alle tecnologie da parte di tutte e tutti. L’ideazione di questo strumento è stata supportata da Autostrade S.p.A.

Kit per genitori:

Il Decalogo sull’educazione digitale e l’orientamento alle materie STEM. Una guida utile per la famiglia, al fine di fornire le competenze trasversali necessarie per aiutare le proprie figlie e i propri figli a muoversi in un mondo sempre più digitale e tecnologico.

Aiutaci a dare l’occasione a ragazze e ragazzi di esprimere il proprio potenziale, condividendo questo articolo. Perché non esistono professioni etichettabili con il genere, ma solo pregiudizi che possiamo abbattere insieme!